Da Filogaso un appello per il futuro del Pianeta
Per la seconda e terza settimana di Green SIM docenti da ICN, Università di Pisa, Fondazione SNAM, Federmanager Giovani, Università Tor Vergata: ”Green SIM uno dei lavori più belli” secondo Leonardo Becchetti.
C’è un’energia che attraversa i luoghi e le persone, quando formazione e vita reale si incontrano davvero. È quella che ha animato la seconda e la terza settimana di Green Social Impact Manager. Un’esperienza che va ben oltre l’aula: tra laboratori, lezioni, territorio e relazioni, si è andata componendo una comunità educante e generativa, che pensa e agisce insieme.
A Filogaso, piccolo borgo calabrese che è diventato il cuore del progetto e da cui nasciamo come Fondazione, i partecipanti stanno vivendo giorni intensi. Ogni incontro è un tassello che arricchisce la loro visione: il sapere non si limita alla teoria, ma si fa esercizio concreto di lettura del mondo, attraverso il confronto con esperti di altissimo profilo.
Durante la seconda settimana, il primo passo di questa esplorazione è stato affidato a Jacopo Bencini, Policy Advisor in diplomazia climatica e Presidente di Italian Climate Network . Con la sua capacità di connettere visione e dati, Bencini ha offerto una mappa lucida delle dinamiche internazionali sul cambiamento climatico, mostrando come le scelte globali influenzino direttamente il locale, e come i territori – anche quelli più piccoli – possano diventare nodi attivi nella rete della transizione ecologica.
A partire da questa prospettiva globale, il corso è sceso sul piano concreto delle pratiche e delle infrastrutture con l’intervento di Angela Melodia, Senior Manager Innovation & Development della Fondazione Snam, portando testimonianze dal mondo dell’impresa impegnata nella sostenibilità. Attraverso esempi reali, i ragazzi si sono resi protagonisti diretti del saper agire nei territori con responsabilità ambientale e impatto sociale positivo.
Questo ponte tra il “fare” e il “comunicare” è naturalmente confluito nell’incontro con Antonio Piemontese, giornalista professionista per Wired, RSI, La Repubblica, che ha guidato sapientemente i corsisti nel mondo del “racconto responsabile”. Una narrazione che non semplifica e non si piega allo storytelling facile: restituisce spessore e verità all’esperienza dell’impatto sociale.
Da qui, il corso ha lasciato spazio ad un orizzonte ancora più profondo con Valeria Fabbroni, docente di Progettazione e di Continuità e gestione della Crisi dell’Università di Pisa, aprendo il modulo didattico sulla progettazione dell’impatto sociale e accompagnando così i ragazzi e le ragazze verso una riflessione pratica sulla compartecipazione delle comunità e dei beneficiari dei progetti nei processi di trasformazione. Una sostenibilità che non può prescindere dalle persone, dalle storie, dalle relazioni.
A rafforzare questa visione integrata è stato i Leonardo Becchetti, economista, docente di Economia Politica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e intellettuale tra i principali promotori dell’Economia Civile in Italia. Il suo intervento ha puntato a scardinare il paradigma di sviluppo dominante, portando i partecipanti a riflettere su un’economia che misura il valore non solo attraverso il profitto ma considerando relazioni, benessere e impatto condiviso. «Penso che il Green Social Impact Manager sia uno dei lavori più belli perchè nel mio studio dell’economia civile e della felicità sono arrivato alla conclusione che la generatività è la radice della felicità. Generatività vuol dire proprio impatto e quindi una persona che studia come creare impatto sociale e ambientale fa secondo me uno dei lavori più belli». Parole che hanno acceso domande, aperto possibilità, e soprattutto alimentato una nuova idea di sviluppo.
Il dialogo di queste settimane si è poi arricchito di una testimonianza preziosa e intensa: quella di Tetiana Cherepanova, HR Talent Acquisition e Career coach. Con grande lucidità e sensibilità, ha guidato i ragazzi nell’esplorazione del proprio potenziale e nell’identificazione delle competenze da valorizzare e sviluppare per diventare professionisti dell’impatto sociale.
A chiudere questa intensa fase del corso, la lezione di Dario Cirrincione, giornalista e Delegato nazionale al Coordinamento Giovani Federmanager, con un approfondimento sulla comunicazione visiva, un percorso ricco di suggestioni, strumenti e analisi, pensato per accompagnare i partecipanti alla scoperta del potere narrativo delle immagini.
Fuori dall’aula
Parallelamente, ogni corsista si è dedicato allo sviluppo in gruppo del project work scelto con cui intende presentarsi alla fine del percorso e provare a ottenere l’internship finale, individuando temi e strumenti in sintonia con le esperienze e i contenuti che hanno suscitato maggiore coinvolgimento. Dalle comunità energetiche alle strategie di fundraising internazionale, dalle strategie comunicative per il coinvolgimento dei NEET all’ideazione di un progetto Erasmus+ sulla sostenibilità, fino allo sviluppo di modelli per la misurazione d’impatto: ogni percorso rappresenta la volontà concreta di lasciare un segno, non solo sulla carta.
Tra riflessioni condivise e momenti vissuti insieme a Filogaso, è emersa l’idea di raccontare l’esperienza di Green Social Impact Manager attraverso un video. A proporlo Lorena, una delle corsiste, desiderosa di dare voce ai temi affrontati, ai messaggi emersi e, soprattutto, al ruolo attivo dei giovani in un mondo in trasformazione. La proposta ha subito acceso l’entusiasmo del gruppo: con microfoni, telecamere e idee in movimento, i ragazzi sono ora al lavoro per costruire una narrazione autentica, fatta di sguardi, parole e visioni condivise.
Un video che nasce dal desiderio profondo di trasmettere ciò che stanno vivendo, e di raccontare – attraverso le loro parole – cosa significa oggi essere attori di cambiamento.
È un gesto creativo e politico insieme: perché loro sono i Green SIM, e hanno scelto di mettersi in gioco fino in fondo.
In questi giorni, i partecipanti hanno anche vissuto il territorio. Una passeggiata nei luoghi simbolo della Fondazione – dalla scuola media intitolata ad Antonio Augurusa al parco giochi donato dalla Fondazione alla comunità di Filogaso – ha permesso loro di toccare con mano cosa significhi trasformare uno spazio attraverso la cura, e di conoscere meglio la figura di Antonio, a cui tutto questo è dedicato. Un bambino capace di generare futuro, attraverso i sogni che ha lasciato in eredità.
Ora si guarda avanti. I ragazzi stanno preparando con entusiasmo e determinazione l’evento del 13 ottobre. Sarà un momento pubblico in cui si metteranno in gioco in prima persona, gestendo ogni aspetto – dalla logistica alla comunicazione – come veri Green Social Impact Manager. Non sarà solo un evento: sarà la prova concreta di ciò che stanno diventando!



